“La voce dei siblings”

selettività alimentare nell'autismo

I siblings (termine che sta ad indicare i fratelli di bambini con disabilità) sono un’importante risorsa per la famiglia ed esattamente come i loro genitori, non devono essere lasciati soli in balia di dubbi ed emozioni contrastanti. Quando giunge la diagnosi di Disturbo dello spettro autistico (ASD), l’impatto emotivo che ne deriva pervade fortemente l’intero assetto familiare; le risorse dei genitori e degli operatori si direzionano principalmente verso il bambino con ASD, ponendo involontariamente in secondo piano i bisogni e le richieste dei loro fratelli.
Gli studi sulla relazione fraterna in presenza di un bambino nella condizione dello Spettro Autistico sono diventati sempre più numerosi. I risultati presenti in letteratura sono divergenti in quanto vengono evidenziati fattori positivi e negativi. La difficoltà predominante appare collegata al riuscire a stabilire una relazione orizzontale paritaria, andando dunque a compromettere il ruolo tradizionale dei fratelli: i siblings rivestono nella maggior parte dei casi un ruolo genitoriale (Laghi, Gradilone, 2018). I sentimenti che si affastellano, come evidenziato da Dondi (2008) oscillano tra il senso di colpa, la rabbia, l’imbarazzo, il fastidio e tra il desiderio di creare un canale comunicativo e affettivo con il proprio fratello. Altre ricerche evidenziano come lo status di siblings di un bambino con ASD non rappresenti una condizione di rischio, ma al contrario vengono osservati effetti positivi sulla crescita. In primis i siblings sembrano possedere una spiccata empatia, sensibilità, altruismo e tolleranza (Rivers e Stoneman, 2003; Walton e Ingersoll, 2015).
Attualmente c’è un alto accordo nel ritenere che non sia la presenza del Disturbo dello Spettro Autistico all’interno della famiglia a incidere sul benessere dei siblings e sulla qualità del legame fraterno, bensì variabili legate all’ambiente familiare e sociale. Sono fattori protettivi la presenza di dialogo, coesione, rete sociale allargata (Angell, Meadan, Stoner, 2012).
Alla luce di tale quadro, il presente progetto nasce con l’obiettivo di offrire ai siblings sin dalla prima infanzia uno spazio di condivisione dei propri vissuti all’interno di un gruppo composto da pari accumunati dall’avere un fratello o una sorella con ASD. Ciò potrebbe rappresentare un fattore di protezione sia per la crescita dei siblings sia per la costruzione di una relazione fraterna basata su tutte le caratteristiche tradizionali delle fratrie. Anche i siblings, come tutti gli altri bambini non siblings, hanno il diritto di essere gelosi, di arrabbiarsi, di litigare, di giocare, di ridere con i propri fratelli. Il gruppo in particolare potrebbe diventare dunque una cassa di risonanza, restituendo ad ogni bambino la possibilità di partecipare liberamente, di vedere riconosciute le proprie emozioni come tessuto comune delle singole esperienze, di poter avere un momento di attenzione esclusiva dai propri genitori.

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